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Metafisica della partecipazione. Genesi e significato della scoperta fabriana

Quaderni Fabriani, vol. 3

Il presente Quaderno Fabriano, che offre materiale inedito e altamente qualificato, permette al lettore di seguire da vicino il lavorio interno di Cornelio Fabro nell'individuazione dell'originalità del pensiero di San Tommaso d’Aquino.

Vogliamo mettere a disposizione degli studiosi una sintesi dei contenuti e i passi più importanti tratti dai primi studi del giovane aspirante filosofo: la tesi di laurea in filosofia: Principii causalitatis necessitas objectiva ostenditur et defenditur secundum Philosophiam Scolasticam ab impugnationibus Humii (Università lateranense), la Dissertazione per la laurea in teologia (Angelicum) e l'Elaborato per la Pontificia Accademia Romana di San Tommaso: Il principio di causalità. Origine psicologica - formulazione filosofica - valore necessario ed universale, tutt'ora inediti. Dallo studio comparativo di questi testi emerge la natura personale della scoperta della nozione metafisica di partecipazione, evento che segna una vera svolta nella corretta interpretazione del tomismo.

Presentazione

Il presente Quaderno Fabriano, che offre materiale inedito e altamente qualificato, permette al lettore di seguire da vicino il lavorio interno di Cornelio Fabro nella sua personale scoperta dell’originalità del pensiero di San Tommaso d’Aquino.

Gran parte del materiale di cui si parla, cioè le tesi di laurea in filosofia e in teologia e l’elaborato per la Pontificia Accademia Romana di San Tommaso, tutt’ora inedito, supera complessivamente le cinquecento pagine. La pubblicazione – che costituirà i volumi 1 e 2 delle Opere Complete – è prevista solo alla fine della prima parte delle opere che comprende i libri stampati dallo stesso Fabro (37 voll.). Quindi ci preme mettere a disposizione degli studiosi un sommario dei contenuti e i passi più importanti dei lavori che consenta di seguire lo sviluppo degli studi iniziali di Fabro dalla sua tesi dottorale in filosofia (1931) – ove si ripetono i soliti contenuti della scolastica insegnati nelle università all’inizio del secolo – fino alla sua tesi dottorale in teologia (1937) che porta l’originale dottrina della partecipazione.

I risultati man mano raggiunti da Fabro evidenziano la natura personale di questa scoperta, che segna una vera svolta nell’interpretazione del tomismo.

La parte centrale del lavoro è divisa in tre capitoli che si ispirano alla frase con la quale Fabro racconta la sua scoperta della nozione di partecipazione e sono l’occasione per collocare e analizzare tre delle sue prime opere. Sono tre momenti ben differenziati che rappresentano il punto a quo: la formazione ricevuta, la sua intuizione personale, e lo stadio perfetto nell’esposizione della sua scoperta.

1) Una scoperta strana. Momento neoscolastico della formazione iniziale. Uso l’aggettivo «strana» per indicare un qualcosa che è diverso dal solito, dal normale, dal consueto modo di filosofare e risolvere i problemi. La tesi di laurea in filosofia alla Lateranense, La critica del principio di causa in David Hume, rispecchia l’ambiente filosofico universitario e le dottrine che si insegnavano all’inizio del secolo, almeno in ambiente cattolico; da qui si può vedere come la dottrina della partecipazione abbia un carattere decisamente peculiare, insolito nel modo, singolare nel risultato.

2) Una scoperta occasionale. La partecipazione come ipotesi. Il bando della Pontificia Accademia Romana di San Tommaso sul problema della causalità fu l’occasione, diciamo imprevista, per cercare il fondamento critico del principio e ipotizzare la partecipazione come la miglior risposta. L’elaborato che il Nostro presentò alla prestigiosa istituzione: Il principio di causalità (origine psicologica – formulazione filosofica – valore necessario ed universale) ci spiega la sua intuizione filosofica originale.

3) Una scoperta non casuale. La metafisica della partecipazione. Pur essendo la scoperta della dottrina della partecipazione strana e occasionale non fu tuttavia casuale, perché il Nostro aveva indirizzato i suoi sforzi e studi sui testi di San Tommaso con un nuovo metodo teoretico e storico: la partecipazione viene presentata non come una aggiunta fittizia al tomismo ma emerge dai testi di San Tommaso, come si vedrà studiando il volume La nozione metafisica di partecipazione secondo San Tommaso.

Il nostro studio si completa con un ultimo capitolo che tenta una Revisione storico-teoretica della neoscolastica alla luce e con testi di Fabro, accompagnato da un Appendice che riporta un importante studio di Fabro del 1959 su questo tema.

P. Elvio Celestino Fontana, IVE
28 gennaio 2011
Festa di San Tommaso d’Aquino