(a cura di Rosa Goglia)
Ma la cortesia di un gruppo di colleghi e di amici mi ha invitato a misurarmi questa volta con me stesso, a fare il bilancio se non della vita personale che obbedisce ad istanze molteplici ed a volte complesse e segrete allo stesso misero protagonista, almeno della vita di ricerca passata accanto a loro, nei continui incontri di una medesima attività, nell’orbita di un comune destino e nell’impegno di una comune ricerca per orientarsi e orientare sul dove si trova la verità e sul come nasca la libertà. Anche per me, malgrado la modestia delle mie forze, è stato questo il compito unico ed essenziale, il punto intensivo del mio qualunque cammino ch’è ancora in movimento perché la vita dello spirito non consente soste. Per questo vorrei dedicare questi appunti ad meipsum, come un indugio per trovarmi a tu per tu con me stesso nella luce incomparabile del vespero della vita, come un monito di responsabilità a me stesso ed un invito rinnovato, e forse l’ultimo, a «guardarmi nello specchio della verità».
Cornelio Fabro
Presentazione
Cornelio Fabro intitola Appunti un lavoro impegnativo in cui è chiamato a presentare l’evoluzione del suo pensiero nelle varie fasi di tematizzazione e di sviluppo.
L’invito a scrivere una stesura della sua vita di pensatore, di lumeggiare le tappe della sua ricerca orientata in vari campi, gli perviene dal Professor Antonio Pieretti, direttore dell’Istituto di Filosofia dell’Università di Perugia, nei primi mesi del 1980; si avvicinava infatti la data del congedo dall’insegnamento accademico che, secondo la normativa vigente prevedeva l’interruzione dell’attività didattica al compimento del settantesimo anno di età. Inizia così per il nostro un periodo di intensa concentrazione oscillante fra l’impegno di una risposta alla richiesta ed il disagio di dover parlare di sé.
In una agenda nuova usata come quaderno il nostro filosofo annota le sue riflessioni subito intitolate Appunti di un Itinerario, ed al margine della pagina in alto a sinistra, la data «8-04-1980, martedì di Pasqua. Ad me ipsum». Come suo stile quando usa i quaderni o le agende, scrive sulla facciata di sinistra riservandosi la parte destra per note, integrazioni, precisazioni.
Scrive con ritmo serrato, essendo molto brevi i tempi. Stende tre redazioni, sempre secondo le tre direzioni del suo pensiero, ma diversificate: passa infatti da una prima stesura dove affiorano elementi soggettivi – Ad me ipsum – fino alla terza redazione schiettamente teoretica. Termina il lavoro nel mese di giugno 1980, praticamente dopo circa due mesi.
Abbiamo inserito anche il «Prologo fenomenologico» scritto nel 1987 e destinato ad una prestigiosa Rivista di Filosofia italiana dalla cui direzione era pervenuto nel 1984 un invito ed una precisa richiesta di stendere un profilo autobiografico e culturale; nel dattiloscritto conservato in Archivio si legge la grafia di Cornelio Fabro: «Appunti di un Itinerario. Prologo fenomenologico» con annessa «Autopresentazione» ed una nota bibliografica. Questi «appunti» sono elencati in una lettera di trasmissione alla direzione della Rivista, unitamente ad un «Prologo Fenomenologico». Per un disguido intercorso non viene pubblicato nulla. Alcuni anni più tardi viene però stampato il «Prologo Fenomenologico» in lingua spagnola sulla Rivista Gladius (Gladius, VIII, 23, 19 aprile 1992, pp. 107-122). L’originale in lingua italiana viene pubblicato qui per la prima volta.
Rosa Goglia