Opere Complete, vol. 29
«Il rapporto fra comunismo e Cristianesimo non è puramente culturale, ma ha un significato costitutivo per la coscienza contemporanea, perché indica l’alternativa fondamentale rispetto al significato dell’essere stesso dell’uomo: è la conclusione della truffa colossale aperta dal pensiero moderno di cui il materialismo dialettico è stato l’esecutore spietato ed è insieme la vittima di un’atmosfera infetta di germi mortali ch’esso stesso ha potenziati e diffonde nell’aria. L’impeto perciò col quale il comunismo marxista si è scatenato nel mondo rappresenta una forma di giudizio storico che deve chiarire il significato decisivo dell’alternativa radicale fra materia e spirito, fra immanenza e trascendenza, fra laicismo e Cristianesimo...».
Cornelio Fabro
Avvertenze riguardanti il volume
Il libro consta di alcuni articoli, studi, chiarimenti… apparsi in diverse riviste e pubblicazioni (L’Osservatore Romano, l’introduzione al libro: Feuerbach-Marx-Engels, Materialismo dialettico e materialismo storico, Brescia 1973, ecc.) riuniti in 8 capitoli. In esso si mostra un Fabro sempre preoccupato per il bene delle persone e per il trionfo della verità, immerso nei più vivi dibattiti della società italiana (divorzio, aborto, «compromesso storico»).
Oltre alla denuncia della «trappola» ci sono alcune proposte positive che il paziente lettore troverà in questo libro, ne riportiamo solo una: «La Chiesa non può insomma “ammettere il marxismo senza rinnegare se stessa”, e ciò per ragioni che dipendono dalla sua stessa ragion d’essere. Non può ammettere una dottrina che nega Dio e, proprio in virtù di ciò, coerente con un ateismo programmatico, nega l’uomo nei suoi diritti più essenziali e più sacri alla libertà dello spirito. I problemi economici e sociali, soprattutto la lotta contro tutte le forme di ingiustizia inerenti ai regimi capitalistici e a tutte le forme d’imperialismo, sul piano nazionale o internazionale, trovano soluzioni perfettamente soddisfacenti nell’applicazione leale della dottrina sociale della Chiesa, nell’evangelizzazione che è il suo dovere primordiale» (Tcs, p. 116)[1].
Possiamo inoltre individuare alcuni «effetti» di queste denunce-proposte nella vita dell’autore: a) di ordine psico-fisico, nel marzo del 1974 Fabro soffrì un attacco d’infarto delle coronarie inferiori: «La causa, a mio avviso, è stata di origine psichica che posso chiaramente indicare nella tensione estrema di sofferenza in cui venni a trovarmi per la campagna referendaria sul divorzio: non è necessario che ne dica di più, perché ne ho scritto nel volume La trappola del compromesso storico» (R. Goglia, Cornelio Fabro, Segni 2010, p. 27); b) di ordine sociale-politico: «Mercoledì 30.IV.[1980] ho ricevuto a Perugia, prima della lezione, una lettera anonima: “A P. Fabro, Lettere Filosofia – Ora attachiamo i preti tu sei il III in lista” B. R. [= Brigate Rosse] Gli amici mi dicono che è solo uno scherzo di cattivo gusto. Però non è la I minaccia» (C. Fabro, Lettera del 2.V.80, vedi: Lettere su Santa Gemma, Segni 2013, p. 111); c) di ordine «ecclesiale»: specialmente con pubblicazioni e accuse dei simpatizzanti dei nuovi indirizzi (= teologia progressista). Si ricordi che, oltre alla «trappola», Fabro denunciò «la nuova teologia antropocentrica, tutta solidale con il moderno principio d’immanenza» (C. Ferraro, Fabro, p. 57) particolarmente di K. Rahner con due opere (La svolta antropologica di Karl Rahner e L’avventura della teologia progressista).
Per chi voglia intraprendere uno studio del pensiero di Fabro sull’argomento dovrà aver conto di altri suoi scritti: Tra Kierkegaard e Marx; Feuerbach-Marx-Engels, Materialismo dialettico e materialismo storico; Introduzione all’ateismo moderno, specialmente il cap. V dal titolo: L’Ateismo esplicito costruttivo post-hegeliano, Segni 2013, pp. 655-759 (dove sono segnalati i due equivoci principali del marxismo sull’uomo e su Dio); i corsi: Principio d’immanenza e genesi dell’ateismo (Notre Dame University, Indiana, USA 1955-1956); Introduzione all’Ateismo moderno (Pontificia Università Urbaniana, Roma 1960-1971. 1974-1976); QQ. Ex Atheismo marxistico (Pontificia Università Urbaniana, Roma 1976-1977)...
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Nella copertina del libro La trappola del compromesso storico. Da Togliatti a Berlinguer, ed. Logos, Roma 1979, appare un dipinto di Pieter Bruegel (il Vecchio) il cui originale a tempera su tela (86 cm. x 154 cm.) del 1568 si conserva nel Museo di Capodimonte, Napoli, con una tematica presente anche nel suo noto: Proverbi fiamminghi del 1559. Si tratta della «parabola dei ciechi» che esprime in forma grafica le parole di Gesù: se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa. Al tempo di Cristo le guide «cieche» furono i rappresentanti religiosi d’Israele (i Farisei) che con la loro dottrina trascinarono il popolo alla rovina (cfr. Mt 15, 14), l’avvertenza è però applicabile ad ogni falso maestro (cfr. Lc 6, 29). Dipinto ben scelto perché esprime l’ammonimento del libro.
P. Marcelo Lattanzio, IVE
28 gennaio 2014
[1] I chiarimenti fra parentesi quadre «[ ]» sono nostri. Tcs = La trappola del compromesso storico, i numeri di pagina rimandano alla presente edizione.