Opere Complete, vol. 37
«Il presente studio fu commissionato dal Papa Paolo VI intorno al 1970. Il risultato, esaminato da una Commissione competente, fu approvato senza riserve, anzi con alti encomi da chi era direttamente responsabile con l'espressione testuale: «Questa è l'ultima parola sul Processo Rosmini». Esaurito lo studio della massa dei documenti, continuai le ricerche soprattutto con la lettura dell'Epistolario (13 voll.) e con lo studio della Logica e della monumentale postuma Teosofia (nella I ed. che reputo la migliore) aggiornando di continuo il precedente lavoro. La fatica è stata improba a causa dello stato del materiale da esaminare. Mi furono consegnati ben 32 pacchi di documenti (a stampa e manoscritti) che sembravano ancora intatti, i libri tutti intonsi. Su questo materiale, per lo più inedito, è fondata la presente ricerca».
Cornelio Fabro
Il volume L’enigma Rosmini, pubblicato per la prima volta nel 1988, anno del centenario della condanna di 40 proposizioni rosminiane, è frutto di uno studio commissionato a Fabro, intorno al 1970, dal Papa Paolo VI. La ricerca dell’Autore, svoltasi per lo più su materiale inedito del Rosmini, è stata estremamente faticosa a causa dello stato in cui gli furono consegnati gli scritti da esaminare. Fabro era molto sorpreso che i trentadue pacchi di documenti ricevuti (nei quali erano presenti numerosi manoscritti) sembrassero ancora intatti; i libri in essi contenuti erano tutti intonsi. Ciò induce a pensare che il caso, molto probabilmente, non fosse stato ancora studiato a fondo.
Il risultato del suo lavoro, come afferma lo stesso Autore, fu esaminato da una commissione competente ed approvato senza riserve, al punto da suscitare, nel diretto responsabile della Commissione, affermazioni quali: «Questa è l’ultima parola sul Processo Rosmini». Lo stesso Clemente Riva, appartenente all’ordine dei padri rosminiani, autore di diversi volumi sul Roveretano e curatore di alcune delle sue opere, anch’egli membro della Commissione, il 2 giugno del 1974, dichiarava: «Il voto di p. Fabro costituisce un lavoro veramente esemplare. È una fonte di notizie e di documentazione notevole, capace di dare il quadro della situazione. Bisogna anche riconoscere che egli riesce ad andare al nocciolo della questione rosminiana: il pensiero rosminiano si inserisce nel vivo dei problemi suscitati dal pensiero moderno»1.
Più tardi, nella seconda metà degli anni ’80, di fronte al crescente consenso per le teorie rosminiane, avendo ricevuto espresse sollecitazioni da parte di eminenti personalità per rendere noto il suo lavoro, Fabro si decise a pubblicarlo. (Cfr. pp. 5-9 del presente volume). Superate le non poche difficoltà per la pubblicazione – dovute soprattutto al rifiuto di diverse case editrici – l’uscita del volume nella collana «La Crisalide» (Edizioni Scientifiche Italiane) grazie al prof. Danilo Castellano, provocò numerose reazioni. Basti solo dire che Francesco Gentile (direttore della collana) e lo stesso Fabro non furono più invitati a Stresa, ove annualmente si tenevano i corsi della Cattedra Rosmini.
Riteniamo doveroso chiarire che la stima di Fabro per Rosmini come uomo religioso è innegabile, ed emerge dalle sue numerose dichiarazioni riscontrabili su articoli e recensioni. Egli si trova in profondo accordo con i primi successori del Rosmini, che distinguevano chiaramente fra le qualità morali del Fondatore e gli errori presenti nelle sue opere, denunciati dalla Chiesa attraverso la condanna delle 40 proposizioni2.
Per ulteriori approfondimenti del pensiero di Fabro su Rosmini è possibile leggere, tra gli altri scritti:
C. Fabro, Recensione a Introduzione alla metafisica di Antonio Rosmini. Collana di studi filosofici rosminiani, IV, in Divus Thomas LVII (1954), 327-328.
_______, Recensione a Atti del Congresso Internazionale di filosofia Antonio Rosmini (Stresa-Rovereto, 20-26 luglio 1955), a cura di M. F. Sciacca, in Divus Thomas LXI (1/1958), 84.
_______, «Aporia e problematica del pensiero rosminiano (Nel primo Centenario della morte di Antonio Rosmini)», in Divus Thomas LIX, (3-4/1956), 361-371.
_______, «Una confutazione recente di Rosmini», in Divus Thomas LXXXIII (4/1985), 225-246.
_______, «Un inedito elenco preparatorio delle 40 proposizioni rosminiane», in Sapienza XLII (4/1989), 361-406.
_______, «Sulla questione rosminiana (Nostra intervista con Padre Cornelio Fabro)» in Instaurare omnia in Christo, XIX (3/1990), 4-7.
La presa di distanza del Nostro dal pensiero del Rosmini è da vedersi nel tentativo del Roveretano di conciliare il pensiero moderno con la dottrina cattolica, impresa ritenuta da Fabro non solo impossibile – a causa dell’intrinseco ateismo del principio d’immanenza – ma estremamente dannosa, come ampiamente dimostrato con la sua vasta produzione intellettuale costata anni di impegno e sacrificio3.
1 Tratto dalla Premessa alle Osservazioni di Mons. Riva ai vari voti sul Rosmini. Cfr. C. FABRO, «Sulla questione rosminiana (Nostra intervista con Padre Cornelio Fabro)» in Instaurare omnia in Christo, XIX (3/1990), p. 5.
2 Cfr. C. FABRO, «Sulla questione rosminiana (Nostra intervista con Padre Cornelio Fabro)» in Instaurare omnia in Christo, XIX (3/1990), p. 7.
3 Cfr. Ibidem. In questo stesso volume Fabro afferma: «Poiché la Positio dispone di una copia vagante, mi permetto riportarla come documento dello sconquasso spirituale che ha non poche analogie con la situazione attuale dei Seminari. Ma ora Rosmini non c’entra, se non indirettamente, ossia come fautore e precursore dell’assimilazione diretta dei principi dell’immanentismo moderno» (L’enigma Rosmini, p. 236).
P. Gianluca Trombini, IVE
1 giugno 2019