Nuova pubblicazione «La Fenomenologia della Percezione»
La Fenomenologia della Percezione
Opere Complete, vol. 5
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«Nel conoscere, il movimento che parte dal mondo verso il conoscente non è una manifestazione che importi una disintegrazione di realtà, ma è piuttosto un'espansione ed una tendenza ad essere in altri luoghi ed in altri modi che sono nuovi e che lasciano intatto quello originale... Un essere che è conosciuto è più «essere» e certamente non lo è meno di ciò che non lo è. Rispettivamente l'essere conoscente, in quanto conoscente, non è essere che nel conoscere, perché solo allora è diventato l'essere (conoscente) e prima poteva soltanto diventare. I gradi di avvicinamento che il soggetto fa incontro all'essere sono le «forme» o fasi o tappe di progressione assimilativa del soggetto rispetto all'oggetto, che è poi l'ascensione ontologica del conoscente verso quel termine o fastigio a cui la sua natura con i suoi impulsi, brame e volontà di azione lo spinge dall'interno.
I problemi di una gnoseologia elementare del conoscere umano sono i problemi di questa interpenetrazione fra il mondo ed il soggetto».
Cornelio Fabro
Avvertenze riguardanti il volume
«Manca in Italia un libro d’insieme che esponga la dottrina della “Gestalt” e la consideri e la esamini soprattutto nelle sue estreme conclusioni ed estensioni, sia come costruzione psicologica, sia per la sua influenza e per le sue pretese filosofiche».
La frase, tratta dall’elegante presentazione scritta dal Gemelli per la prima edizione dell’opera, viene a testimoniare come il volume, negli anni in cui apparve, costituì una novità e un contributo di notevole pregio. Al tempo stesso, si trattava di una sfida e di un «non facile compito» le cui esigenze richiedevano una preparazione non comune. «Ho dato ad un valoroso giovane – seguiva il Gemelli – l’incarico di esporre criticamente i risultati, i principî e la dottrina della “Gestalt”, e soprattutto di dimostrare quale valore ha tale dottrina». Quel «valoroso giovane» era il nostro Autore, che aveva già dimostrato di possedere la competenza filosofica e scientifica richiesta per assumere la «dura fatica» e portare avanti l’«arduo compito».
Senza risparmiare elogi, il Prof. Gemelli si affrettava ancora ad affermare, con tutto il peso della sua riconosciuta autorità scientifica: «Ritengo di poter asserire con certezza che il Fabro ha assolto il non facile compito con tale onesto scrupolo di fedeltà e con tale larghezza di vedute e di informazioni, da essere riuscito a scrivere un’opera originale». In questo modo, il lavoro si distacca da quelle opere che si esauriscono nella presentazione sintetica, aprendo mirabilmente ampi spazi e orizzonti nuovi per una fondazione di un «realismo gnoseologico della esperienza a sfondo funzionalistico», secondo la nota formula dello stesso Fabro.
Le dichiarazioni del Gemelli si fanno ancora più precise, per garantire al lettore l’alta qualità e serietà scientifica del lavoro: «Mi preme attestare, perché questo ha una grande importanza, che il Fabro ha preso conoscenza diretta di tutta la vasta letteratura; egli ha ripetute alcune delle più significative esperienze; di altre si è preso cura di conoscere metodi e risultati; egli si è messo cioè in condizione di presentare al lettore italiano un quadro fedele, completo e soddisfacente dei dati di fatto che sono a base della dottrina della “Gestalt”».
E il celebre scienziato concludeva: «Spero di non illudermi affermando che il Fabro è riuscito nel compito affidatogli e che egli ha dato alla letteratura psicologica italiana un volume che riuscirà di molta utilità per chi vuole un indirizzo sicuro in un campo irto di non comuni difficoltà».
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Come spiegava lo stesso Fabro nell’avvertenza alla prima edizione (1941), il volume è frutto, fra altri fattori, della possibilità di aver trascorso, a partire dal Natale 1939, alcuni periodi di studio presso l’Istituto di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano, dove egli potè «portare a termine la sua preparazione scientifica sotto una Guida esperta e sicura, assieme a larga dovizia e liberalità di mezzi».
L’opera vide una seconda edizione (1961), con interessanti aggiunte, modifiche e rilievi che il lettore potrà apprezzare qui sotto, nelle apposite note.
Per quanto riguarda la presente edizione, che prende come base quella del ’61, in un primo momento avevamo pensato di mettere tutte le figure in un’appendice. Ciò sarebbe stato forse più ordinato ed elegante, nonché più comodo dal punto di vista strettamente editoriale. Tuttavia in quel modo avremmo tradito l’intenzione dell’Au-tore, che nelle due edizioni precedenti aveva preferito inserirle nel corpo del testo. Ciò nonostante, abbiamo aggiunto delle note e osservazioni sulle figure, per facilitare al lettore l’esame delle piccole differenze fra le due anteriori edizioni e l’individuazione del luogo esatto dove le figure in esse si trovano: a volte, infatti, si trovano in pagine non numerate, che indichiamo nelle nostre note con «s/n» seguito dai numeri delle pagine fra le quali sono state inserite.
Per ciò che riguarda poi il confronto delle citazioni, abbiamo usato le stesse edizioni con cui lavorò Fabro, e, di solito, perfino gli stessi suoi libri personali, per garantire col massimo grado di certezza possibile la consistenza e serietà dei suggerimenti o delle osservazioni inserite nelle note.
Consideriamo doveroso ringraziare il valido e inestimabile contributo del confratello R. P. Lic. José Montes, IVE, sia per la prima correzione delle bozze che per il primo confronto delle due edizioni. Altrettanto riconoscenti siamo a suor Maria Laetitiae, SSVM, per la sua abnegata dedizione nella preparazione così ben riuscita delle figure – certune fatte ed integramente ricostruite con l’aiuto del computer, e le altre di propria mano.
P. Christian Ferraro, IVE
2 maggio 2006
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