Nuova pubblicazione «La libertà nel pensiero di Cornelio Fabro»
La libertà nel pensiero di Cornelio Fabro
Atti del Convegno Commemorativo a 20 anni dalla morte
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Primo volume della Collana «Tomismo Essenziale» - Studi sul pensiero di Cornelio Fabro.
Contiene gli atti del Convegno Commemorativo tenutosi a Montefiascone (VT) il 7 novembre del 2015.
Nel volume sono raccolti i contributi dei professori: Ariberto Acerbi, Christian Ferraro, Giovanni Turco, Danilo Castellano, Rosa Goglia.
Presentazione
Con l’edizione degli Atti di questo convegno sulla libertà nel pensiero di Cornelio Fabro diamo inizio ad una nuova serie di pubblicazioni del Progetto Culturale Cornelio Fabro.
L’obiettivo di questa nuova collana, che abbiamo voluto chiamare «Tomismo Essenziale», è quello di promuovere lo studio approfondito del pensiero del nostro autore. Le pubblicazioni proposte saranno quindi finalizzate alla penetrazione del suo pensiero, cercando di evidenziare gli aspetti principali della sua speculazione, specialmente quelli derivanti dalla riscoperta di S. Tommaso nell’anelito di dare riposta alle istanze sorte con la filosofia moderna e contemporanea.
Il «Tomismo Essenziale», così lo aveva chiamato lo stesso Fabro[1], è un tomismo che «non ha carattere semplicemente “storico” ma è, anzitutto ed eminentemente, un tomismo “speculativo” che deve sapersi approfondire e radicalizzare tenendo conto anche delle esigenze legittime del pensiero moderno»[2].
Credo che il modo migliore per capire l’essenza di questa espressione, che ha ispirato l’inizio di questa nuova serie di pubblicazioni, sia quello di riportare uno stupendo testo di Fabro uscito in Aquinas nel 1965 e successivamente, nel 1969, nel volume Tomismo e pensiero moderno.
Un «tomismo essenziale» trascende qualsiasi sistema chiuso o «figura storica» particolare, compresa quella stessa di S. Tommaso nei punti in cui essa resta legata ai limiti della cultura del suo tempo; tanto più esso deve anche superare il limite storico del «sistema» della sua Scuola, qualora esso avesse qua e là sfocato il centro specifico del tomismo originario o comunque fosse un ostacolo per il cammino naturale del pensiero o nascondesse e velasse l’orizzonte infinito della libertà.
Un tomismo essenziale ancora deve sapere non solo inserirsi nella problematica della cultura moderna, ma soprattutto deve poter interpretare dall’intimo le istanze nuove di libertà: per questo esso deve dare maggior considerazione alla soggettività costitutiva nel senso nuovo ch’essa ha assunto – ed in profondo accordo con la concezione tomistica del soggetto spirituale libero – come caratteristica fondamentale della vita dello spirito, a differenza della soggettività trascendentale cioè negativa e negativizzante della filosofia moderna.
Un tomismo essenziale infine deve approfondire il «problema del cominciamento» del pensiero mediante l’apprensione originaria dello ens e avviarne con risolutezza l’itinerario speculativo all’interno della dialettica di essenza e dell’atto di esse così da mostrare di volta in volta ch’è in questa tensione che si propone e si svolge l’esigenza propria per il pensiero, nella concretezza e pienezza insieme ultima dello esse in modo che in questo riferimento ogni problema può avere il suo senso definitivo ed il proprio locus theoreticus. Tale riferimento all’esse, intravisto e descritto in pagine potenti da Fichte, Schelling e specialmente da Hegel... è oggi intensamente, seppur vagamente, auspicato da Heidegger: ma qui esso non può avere alcun esito, perché in virtù del principio d’immanenza l’essere rimanda e si fonda sul nulla e sul continuo dileguarsi dell’atto di coscienza – mentre per S. Tommaso l’ente rimanda all’esse ch’è l’atto di ogni atto e l’esse partecipato rimanda all’Esse per essenza ch’è Dio, Causa prima del Tutto.
Allora la scelta di S. Tommaso non ha carattere personale o confessionale, ma universale e trascendentale, perché vuol essere l’espressione più vigorosa delle possibilità della ragione nei suoi compiti verso la fondazione della scienza e della fede. Non tocca qui indicare le forme concrete di attuazione di tale tomismo a cui s’impegneranno gli studiosi del prossimo futuro, come sinceramente ci auguriamo. Comunque, dev’essere saldo che l’essenzialità di cui si parla dice intensità di problematica, approfondimento di principi, chiarificazione delle differenze... anzitutto rispetto alla dialettica moderna dell’immanenza che, nel suo principio ispiratore più profondo qual’è la soggettività trascendentale, ha portato la filosofia alla morte precipitandola nel baratro dell’attivismo puro ossia del nulla; poi, anzi prima di tutto, rispetto alla Scolastica formalistica che ha preparato e provocato con la sua vuotaggine e carenza speculativa l’avvento del pensiero moderno.
[...] Un «tomismo essenziale» comporta quindi un giudizio attivo sul pensiero umano e cristiano in generale e sullo stesso tomismo di fronte al pensiero moderno. Una mera «ripetizione passiva» del pensiero di S. Tommaso ci riporterebbe (ma ci porterebbe poi davvero?) al secolo XIII, mentre la storia non torna mai indietro ed incombe per ogni uomo di pensiero il dovere di inserirsi nei problemi e nelle ansie del proprio tempo, come l’Aquinate fece per il suo. Di fronte alla filosofia moderna che ha provocato e pronunciato il fallimento del pensiero come logo teoretico, dal quale era sorta tuttavia sotto la spinta del pensiero greco la scienza e la civiltà dell’Occidente, il tomismo può e deve mostrare come dalla priorità di fondamento che compete all’essere sul pensiero la ragione è sempre in grado di muoversi nel reale secondo l’apertura infinita delle sue possibilità, così da riportare al fondamento della vita dello spirito le vie inesauribili che l’uomo tenta senza posa nell’arte, nella scienza, nella tecnica, nelle discipline storiche, giuridiche, economiche, così come nelle analisi di struttura della coscienza etica, religiosa e politica. Non si tratta tanto – almeno nel primo momento del confronto col pensiero moderno – di un tomismo di tesi statiche e rigide che impongano un sistema, quanto di un tomismo di approfondimento di principi, dinamico e aperto sul fondo di tutte le valide acquisizioni di analisi e di metodo della scienza e della cultura moderna.
Nei sette secoli di distanza che ci separano dalla morte di San Tommaso, assertore intrepido del valore del pensiero e della dignità dello spirito umano, il mondo ha cambiato parecchie volte la sua figura esteriore ed interiore ed ora è in travaglio per una trasformazione che sarà forse la più decisiva e risolutiva della sua storia. Occorre affrontarla con un’altissima idea della dignità dell’uomo e con una ferma convinzione delle possibilità della sua mente, alla quale è stato affidato anzitutto il compito di scorgere nella natura i segni dell’Intelligenza suprema e di riconoscere nella storia i tratti del piano divino di salvezza per la redenzione dal male e la vittoria sulla morte[3].
Ad ormai venti anni dalla morte di Fabro diamo quindi inizio a questi nuovi approfondimenti sul suo pensiero sperando di adoperarci (nel nostro piccolo), come era suo augurio, per l’attuazione del Tomismo essenziale.
I contributi presenti in questo volume raccolgono le relazioni di cinque dei sette professori che hanno partecipato al convegno. Il prof. Alain Contat e il prof. Elvio Fontana, a causa di diversi impegni e con loro dispiacere, si scusano per non aver potuto presentare i loro contributi. Un particolare ringraziamento va a Mons. Guido Mazzotta per aver moderato il convegno e al prof. Aldo Vendemiati per aver presieduto la Santa Messa conclusiva dello stesso.
P. Gianluca Trombini, IVE
Direttore del Progetto Culturale Cornelio Fabro
1 giugno 2016
[1] Cf. C. FABRO, «Per un tomismo essenziale», in Aquinas, VIII, 1965, pp. 9-23, ripubblicato in Tomismo e pensiero moderno, Pontificia Università Lateranense, Roma 1969 .
[2] A. DALLEDONNE, «Il tomismo essenziale nell’esegesi “intensiva” di Cornelio Fabro», in Renovatio, XVI, 1981, p. 118.
[3] C. FABRO, Tomismo e pensiero moderno, Pontificia Università Lateranense, Roma 1969, pp. 16-19.
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